The importance of being a dreamer
Day #2 - I'm a superhero
«lunedì 27 aprile 2015»


Buongiorgio genteh. Si, sono di nuovo qua, ad un orario improponibile perché credo che non avrò altro tempo "libero" oggi per poter aggiornare il blog e, onestamente, non volevo arrendermi al secondo giorno.
Sono già senza idee, argh. Perciò, non ricordo chi, disse che per scrivere è sempre meglio partire da ciò che si conosce o che ci appassiona. Benissimo.
Quest'anno, tra i tanti eventi tragici e bellissimi (si nota una traccia di bipolarismo, vero?) che mi sono capitati in pochi mesi, ce ne sono stati due che mi hanno aiutata a sopravvivere, letteralmente. Sto parlando delle fiere del fumetto. Tutte le sere mi sono addormentata con fatica nel bordello collegio in cui vivo pensando che si sarebbero avvicinati due momenti in cui finalmente mi sarei divertita liberamente, senza costrizioni, senza pregiudizi, senza essere guardata come una povera ventiduenne in preda ai deliri regressivi infantili.
Per farla breve, quest'anno ho portato un cosplay decente che ha rappresentato il sogno di un'infanzia e di un'adolescenza passata a leggere i libri sul letto della mia camera, mentre mia mamma mi guardava un po' divertita e un po' preoccupata. Per due volte sono stata Ginny Weasley e durante queste due giornate mi sono sentita... compresa. Non saprei come altro riassumere la gioia totale, appagante, svincolata che ho provato.
Indossare i panni di un personaggio che ha rappresentato così tanto per me è stata un'esperienza che non dimenticherò mai. Harry Potter è una pietra miliare della mia vita: uso il tempo presente perché nonostante conosca libri a memoria, continua a cambiarmi e a salvarmi in tutti i modi possibili ed inaspettati.
Una sera di fine febbraio, mese di cui ricordo veramente poco, se non le sensazioni orribili che ho provato, io e V. eravamo sedute in cucina, avvilite, ognuna per i suoi problemi e parlavamo di quanto sarebbe stato bello andare alla fiera di Milano indossando i panni di personaggi che amavamo.
Un sogno, un miraggio, una follia che non ci saremmo mai potute permettere economicamente.
Poi, la svolta è arrivata cercando il mantello della divisa, per curiosità, su ebay: ci è apparso davanti, fatto bene, con spedizione immediata e un prezzo totalmente accettabile per i nostri standard.

....la felicità.

E' alquanto strano come in periodi molto bui dell'esistenza, non siano tanto le parole impegnate, i discorsi di consolazione o le riflessioni più complesse ad aiutarti... quanto le piccole, piccolissime cose, quel qualcosa di inimmaginabile che la tua mente tira fuori per farti rimettere in piedi, la nostra copertina di Linus (cit. Gio).
Eravamo entrambe distrutte per tanti motivi e poter invece scoprire che qualcosa si poteva controllare, che avevamo la possibilità, concretamente, di realizzare un piccolo progetto che ci rendesse un po' meno tristi, è stato come respirare di nuovo, come pensare "posso farcela". Per almeno pochi minuti di ogni giorno mi sono sentita come Harry nel video qui sopra.
Da quel momento è stato molto facile trovare il resto, come se tutto e tutti volessero spingerci ad ultimare qualcosa che per noi ha avuto un valore riparatore speciale, un talismano molto piccolo e potente, che ancora porto con me.
Credo molto nel valore positivo di alcune giornate e nel poter ripensare che, almeno per una volta, siamo stati davvero felici. Le fiere, quest'anno (come gli scorsi) mi hanno dato questa possibilità.

La sensazione migliore è stata... essere compresa, riconosciuta, non per il personaggio ma per tutto quello che c'era dietro. E' quello stesso sentire che prende forma durante un concerto, quando lanci un sorriso ad un amico e lui sa esattamente ciò che stai pensando, quando canti a squarciagola con il tuo vicino di transenna, quando si crea quell'empatia che rende più bella una passione che da sola non perderebbe valore, ma sarebbe un po' meno significativa.
La fiera del fumetto e l'essenza di un cosplay per me sono questo: accorgerti che non sei "solo" nel vedere un padre che ha messo la tutina di Superman al figlio di sei mesi. Ti fa sorridere, ti illumina "dentro", a livello viscerale più che mentale.
Premetto che vedo gente scannarsi per il cosplay, scannarsi perché "oddio ma che ne sa quel tizio/a di quel videogioco/libro/personaggio"... ma il sentimento che, secondo me, dovrebbe imperare durante questi eventi è la felicità.... la spensieratezza. Ciò che conta è la condivisione in un luogo che, nel mio sentire, è sembrato quasi libero da vincoli spaziali, temporali e pregiudicanti.
In definitiva, andateci... a queste fiere. Andate ai raduni e ai concerti, vivete in qualche modo le vostre passioni.
Non so voi, ma quando sono arrivata in collegio, di nuovo nei miei panni, ho davvero avuto questa fantasia: stavo temporaneamente ritornando nella mia vita di copertura... mentre, in realtà, dentro echeggiava un "I'M A SUPERHERO".

A domani








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