The importance of being a dreamer
Day #4 - Tipi da collegio
«mercoledì 29 aprile 2015»



Buonasssera genteh, persone la fuori ed alieni eventuali!

Ieri notte ero stesa a letto ad imprecare contro il solito bordello che c'è in questa residenza ed ho riflettuto su quante cose si possono fare incanalando la rabbia. Prima di dormire infatti, dopo aver finito un'altra giornata di studio mortale, ho:

Tutto nell'arco di un'oretta scarsa. Dopo di che, avendo esaurito neuroni, pazienza, creatività e bestemmie, mi sono seduta, sdraiata ed ho poggiato il mio encefalo ronzante sul cuscino. A quel punto, ho ascoltato attentamente i discorsi del mio adorabile vicino di stanza con i suoi amici (era all'incirca l'1 e qualcosa di notte). Ho provato una rabbia mista a rassegnazione. Sono le due sensazioni che mi accompagnano ormai da un po', soprattutto perché mi ritrovo a percepirmi totalmente stressata e preoccupata. 

....Anyway, non è il caso di cadere nella trappola del "uso il blog come twitter per parlare dei miei problemi con l'universo".
In realtà, questo sarà un post "sfogo" ma incanalato creativamente.
A lezione di clinica, questa mattina, dopo aver avuto un insight che mi ha illuminata nel profondo (no, non ho visto una divinità né mi sono drogata) avevo deciso che avrei parlato di ciò: di come, finalmente, sappia ciò che voglio fare della mia vita. Dopo anni di oscurità.
MA! Non ho veramente testa adesso di scrivere un post serio, soprattutto perché la giornata si è evoluta in modo sbagliato e triste, per cui non mi va di affrontare un così bell'argomento come "il futuro" caricandolo delle mie ansie e del rancore che alberga adesso nel mio animo.

In sostanza, voglio parlarvi dei tipi da collegio, i vari personaggi (sisi, proprio personaggi) in cui incorrerete nel momento in cui vi troverete a vivere in una comunità universitaria. Quasi un anno in questa struttura mi ha davvero portato a sopportare le peggiori cose e soprattutto ad adattarmi ad aberrazioni comportamentali altrui che all'inizio della mia esperienza mi hanno fatto dannare l'anima. Adesso sono diventata molto più rassegnata, perché volente o nolente devo stare qui per una serie di motivi. Tra l'altro, amo questa città e ciò che sto studiando più di quanto "odi" il posto dove vivo, con gente annessa.
Pertanto, con un'assai blanda analisi antropologica e sociale del contesto collegiale, vi illustro brevemente la mia esperienza, da brava osservatrice incazzata (anche perché tra poco devo rimettermi sui libri, sigh). Con tutto ciò non voglio fare la simpatica (è risaputo che non faccio ridere nessuno, forse solo Gio occasionalmente) ma sfogarmi in maniera non brutale e scaricarmi un po'.

IL FUORISEDE


In questa categoria, rientra quasi il 90% di studenti con cui sono venuta a contatto, di cui faccio parte io stessa. Perciò parliamo di una macrocategoria che può includerne altre: non tutti gli esemplari sono brave persone. Penso sappiate di chi sto parlando: poveri individui che fanno mille km per studiare lontano, pensando di trovare l'Eldorado, la valle dei templi, Narnia e Hogwarts (voi scherzate, ma il primo anno mi sentivo potente quando prendevo un tram, troppo maaaggiccco), abbandonando una dimora sicura, cibo caldo e la nonna che ti fa ingrassare ogni domenica. Questi esseri umani di solito sono quelli che più riescono a capirti perché vivono vita natural durante in collegio, (caldo, freddo, estate ed inverno sono ormai parole senza senso, per i deboli, gli esterni) ne soffrono tutti i disagi (no, benefici NO) e per adattarsi hanno adottato le migliori strategie di sopravvivenza, tra le quali annoveriamo: lo stendino per i panni appeso in bilico su un fil di spago legato al termosifone del bagno; il cestino per spostarsi in cucina con attrezzi comodi e veloci per cucinare (lo scottex è come il kit di pronto soccorso in un viaggio in Africa: mai senza); scorte di cibo nascosto nei peggiori angoli della stanza e provenienti dalla terra natia (ho visto persone piangere di felicità per un caciocavallo o una tanica di olio) e, per ultima, ma non meno importante, tanta, tantissima pazienza. 

IL PENDOLARE

Anche qui, si tratta di una macrocategoria. Sono i fortunati (bontà loro) che sono in collegio per brevi esperienze settimanali, solitamente fino al venerdì, poi tornano nei paesini più o meno vicini in cui conducono la loro vita reale. Vivono questa residenza in base ad una diversa gamma di significati: per la maggior parte di essi (con le dovute eccezioni) il collegio rappresenta una sorta di alloggio temporaneo, cosìtantoperdormire. Questi tipi non fanno neanche in tempo a disfare la 24 ore che devono richiuderla per andare a prendere il regionale che "cavoli passa solo uno ogni ora" cit.
Sono quasi tutti più avvantaggiati e intelligenti del fuori sede: quando la sera li becchi in cucina, sono armati dalle 5 alle 10 scatole di cibo pronto cucinato da mamma (lasagna, insalate di riso, torte, tacchini arrosto, caviale essiccato, torte salate, ecc ecc), per cui la loro permanenza è sempre un'esperienza labile e fugace, da cogliere nell'arco di tempo in cui fai bollire l'acqua per la pasta.
Sono sostanzialmente brava gente, se non fosse per il fatto che non ti capiscono. Quando gli parli del problema di dover fare il bucato in una lavanderia situata in un altro edificio, loro ti guardano con sguardo che dice "ah ma c'è una lavanderia?". Non lo fanno apposta, seriamente. Avete la mia comprensione.

IL MAGO DELL'INVISIBILITA'

Questi mi fanno morire (dal ridere). Sono i tipi che più mi incuriosiscono e che hanno tutta la mia stima. Si tratta di una categoria a parte rispetto alle prime due: loro ci sono, ma tu non lo sai, non li vedi, non potrai mai percepirli con i tuoi 5 stupidi sensi da umana. Non sono pendolari: oscillano silenziosamente dalla camera ai luoghi strettamente necessari: a quanto dicono le leggende non mangiano, non fanno rumore, non parlano, non escono dalle 4 mura della stanza, non lavano i loro vestiti. Eppure ci sono. Ti accorgi che è così quando qualche mistico visionario dice di aver avuto modo di assistere ad una loro apparizione, che di solito viene enunciata così "ahhh si, ho visto Federica (nome a caso) in corridoio". Le reazioni che seguono sono "eh? c'è una Federica sul piano?". Sguardi sgomenti. Effettivamente, mi è seriamente capitato di sentire dei passi nel corridoio, girarmi, vederne uno e pensare "ma sto/sta qua?". Non fai in tempo a chiederti chi sono che, nell'attimo in cui hai voltato la testa involontariamente, sono volati via dal tuo campo visivo. 

L'AMICONE ENTUSIASTA (alias animatore)

Ero indecisa se accorpare questa categoria a quella che seguirà ma vanno considerate a parte, è meglio. Questo è da associare allo "scassapalle" nella vita di tutti i giorni: è quello che, appena metti piede in collegio, il primo giorno, ti vede, ti sorride come se avesse appena visto Tony Stark in armatura davanti a lui e ti chiede chisei/comestai/dadovevieni ma, soprattutto, cosa più irritante di tutte, inizia a proporti tutte le iniziative del collegio. Sei già il suo migliore amico, la festa non sarà la stessa cosa senza la tua provvidenziale presenza, tu devi andare perché altrimenti lui sarà triste per sempre. Sei la nuova luce della sua vita. (...mi sto sentendo male a pensarci)
. . .
Dopo 1 minuto di conversazione, durante la quale lui ha solo posto domande senza degnarsi di ascoltare i tuoi tentativi di risposta, senza sapere come ti chiami, dicendoti che "ti aspetta sta sera" perché sarà divertente, ti lascia nel bel mezzo di un "comunque sono (nome a caso)" per volare via, non si sa dove, da altri.
Probabilmente, quando gli ripasserai davanti il giorno dopo non ti riconoscerà e ti ripeterà la stessa tiritera.
...a distanza di mesi, non ricorderà il tuo nome, se non quello del suo gruppo di bestfriends che, di solito, sono della stessa categoria. Questi esseri hanno infatti due tendenze:
  1. raccogliersi tra simili (letteralmente, raccogliersi quando sono ubriachi fradici);
  2. accogliere un po' di disperati che non sanno come spendere il loro tempo in collegio senza uccidersi.
IL DEMONIO FESTAIOLO

Altrimenti detto "bloody stronzo/a".
Questa categoria non ha nulla di divertente: incarna i peggiori lati che un collegiale possa avere, agli occhi di un sano di mente, o semplicemente di una persona che vuole farsi i fatti suoi. Costituirà il tuo inferno personale. Le caratteristiche sono: mancanza di rispetto, totale e assoluta noncuranza della presenza di altre persone, prepotenza, acidità (mascherata spesso da una falsità disarmante), cattiveria sottile, perfidia latente, aggressività repressa, mancanza di una minima capacità sociale, tendenza all'alcolismo (e al vomito nei luoghi comuni), totale incompetenza nel considerare che, forse, esistono persone a cui stanno sul cazzo per il loro comportamento.
Il demonio (donna o uomo che sia) non si accorge che con la sua condotta da bitch inside rende la vita dei suoi coinquilini una vera merda. Il principale segno di riconoscimento etologico per riconoscere i membri di questa categoria è il non avere ritmi umani: dormono al mattino (o spesso non lo fanno proprio), vorrebbero fare festa ogni sera (e lo fanno senza problemi), parlano e vivono il collegio come se fossero gli unici in uno stabile intero. Solitamente, vanno in letargo pochi mesi l'anno, che sono spesso esigui e coincidono con la loro sessione esami (tu prega che coincida con la tua). Il loro potere è talmente grande che, non solo sono amati, ma la direzione sembra temerli quasi quanto le matricole di 19 anni, che, ignare, li seguono a passo svelto, raccogliendo la loro fama. 

IL LEADER SERISSIMO

Ahhh questi mi fanno sorridere. Sono i più convinti: vivono tutte le problematiche politiche del collegio come se fossero questioni diplomatiche di vita o di morte: "più freezer in camera per tutti" - "più cooperazione, siamo una famiglia" - "lavate i piatti, insomma". Sono alcune delle questioni fondamentali a cui rivolgono la loro attenzione. Partecipano a tutti gli eventi del collegio e il senso di importanza è direttamente proporzionale a quante conferenze seguono. Solitamente sono amministratori del gruppo di whatsapp che include la popolazione residente, nonché creatori del gruppo su fb. 
Di solito sono dei falchi: vedono tutto, sentono tutto, nei fatti non gli frega un tubo di come tu stia, realmente. Provano profondo piacere nell'esibizione, nel prendere parola in una discussione di piano, nel seguirti con gli occhi se parli con altre persone. Come già detto, hanno la capacità sublime di osservare tutto e farsi seguire da molti. Non è raro che siano leader a limiti della dittatura e la conseguenza psicologica che ne deriva è il vivere l'esperienza del collegio come se fosse quella della vita. La loro età anagrafica non corrisponde quasi mai al loro livello di maturità mentale, in senso negativo, ahimè, 

Ci sarebbero altre mille categorie che ho in mente, ma il post sta diventando infinito, per cui mi limito a dire che tutti rientrano in diverse di queste, sebbene ci siano esemplari degni di nota, che varrebbe la pena conoscere, per mettere alla prova il proprio sistema nervoso e superare una difficile prova ascetica di sopportazione dell'altro.
A parte l'infelice scelta delle immagini, mi sono divertita.

Ragazzi, mi sento meglio sul serio. 

A domani!





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