The importance of being a dreamer
Day #1 - Ritorni e partenze
«domenica 26 aprile 2015»



Non posso crederci, sto ricominciando a scrivere, evvviiiiiva!
A parte gli scherzi, non so mai da dove partire quando riprendo il blog dopo mesi (o forse anni?) e mi traumatizza ogni volta rileggere i post vecchi perché sono successe troppe... e anche poche cose in realtà. Sono sempre io, forse un po' (anche tanto) cambiata. Dato che non ho voglia di fare la solita tiritera del tipo "oddio due anni fa ero così, adesso no, credo nei fiori e nelle margheriteee" vorrei parlare, cercando di essere il più regolare possibile, di argomenti random e in modo totalmente libero, senza preoccuparmi di grammatica, forma, bellezza o altro per più giorni possibili. Semplicemente per sfogarmi.
Oggi inizio con qualcosa che mi sta molto a cuore, qualcosa che può sembrare sciocco ma OH, io devo ancora riprendermi.

Da adesso in poi ci sono SPOILER su Grey's Anatomy (vabbé che ormai tutta la rete ne parla, ma io so quanto possa bruciare aprire la bacheca di facebook e vedere anticipazioni e screen totalmente non graditi e pensare "che tu possa bruciare").

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La morte di Derek.
Allora, premettiamo che difficilmente piango per un film o un telefilm: mi distruggo dentro, mi si rivolta lo stomaco mentre penso "perché sta succedendo? Perché non smetto di soffrire per personaggi inventati?" ma piangere... NO. Non so perché, chiedetelo ai miei condotti lacrimali, che si attivano a caso e, soprattutto, in momenti totalmente inopportuni. In ogni caso, immaginavo ormai da settimane che Shonda avrebbe fatto morire Derek. I segni erano inconfondibili, inequivocabili, subdoli e sottili: durante i 40 minuti degli ultimi episodi si percepiva questo idillio sbagliato e premorte che solo un povero sfigato che guarda Grey's da anni può comprendere. Nella mia mente si è man mano materializzato quel piccolo pensiero che ritorna a fine stagione, puntualmente, ogni anno e mi suggerisce prepotentemente all'orecchio, da sadico (degno messaggero di Shonda): "secondo me, sta per schiattarne un altro". Allora, come mi accade quando non voglio credere a qualcosa di fortemente spiacevole, la mia testa è caduta nell'irrazionale speranza che non sarebbe successo nulla, che questa volta, almeno per una dannata volta, la creatrice avrebbe lasciato vivere la speranza dell'amore. Capitemi, sono sempre stata una persona romantica, nel vero senso della parola: io vedo amore e romanzi ovunque e continuerò a credere che questa forza, potente, sia quello per cui valga la pena respirare. Non parlo dell'amore che tutti voi state già immaginando nella vostra testa ("oddio ma questa perché non si spara un film smielato e la smette?"): nonono, io parlo di quel tipo di amore che ti muove verso qualcosa, che sia una persona, qualunque altra, o il lavoro, un sogno, una credenza, un'idea. Shonda mi ha insegnato, in 11 anni, a riconoscere l'amore, a credere, nonostante la vita, banalmente, faccia schifo.
Ieri, invece, ha negato tutto questo.... in meno di metà episodio: ha detto "guardate, non importa quanto ci teniate. Questa è la vita, Derek muore per delle cagate allucinanti. AH-AH".
Quindi capite perché io abbia pianto come una disperata. E' stato come perdere un pezzo di me, come finire l'ultimo libro di Harry Potter per la prima volta, come partire per un lungo viaggio sapendo che quel che c'era prima non ci sarebbe stato più, come essere lasciati da qualcuno... in definitiva come un lutto.

Ma ho divagato di nuovo.... dicevo: ho negato per un po' di episodi pensando che fossero piccole paranoie ma, alla fine, lo ha fatto davvero. Ha ucciso Derek. E per un po' di tempo ho dovuto ripetermelo...tra un momento e l'altro di questi due giorni.
Ho letto tante indignazioni, tanti commenti da finti sapientoni del tipo "ohhhh ma perché non piangi per una cosa più importante?"... e magari avranno anche ragione a dirlo eh ma, come tre anni, pochissimi ancora, di psicologia mi hanno insegnato, come il mio adorato professore di clinica, con la sua sensibilità. mi ha trasmesso, ognuno ha il diritto di attribuire il proprio significato agli eventi della sua vita. Sembrerebbe banale ma, credetemi, sfugge al mondo intero la possibilità che, forse, ognuno abbia il diritto di star male per ciò che vuole, ognuno può piangere per quello che desidera e non c'è nulla di indegno in tutto questo. Perciò, si, ho pianto per un personaggio che ho incontrato esattamente 8 anni fa, che mi ha dato più di molti altri individui incontrati sulla mia via... e penso che sia stata una gran perdita.


Mi congedo e torno ad imprecare contro il mio vicino di stanza e la sua musica di mezzanotte.

A domani




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