The importance of being a dreamer
Day #10 - Storie di vita
«martedì 5 maggio 2015»



In questa valle di cacca che è oggi la mia vita,  durante il quale gli esseri umani che mi vanno a genio si possono contare sulle dita di una mano, il corso di clinica ha rappresentato per me una svolta profonda.

Oggi c'è stata l'ultima lezione e ne sono uscita... felice, entusiasta, piena di speranza. Ovviamente commossa, ma non addolorata.
E' difficile esprimere a parole quello che queste ore hanno significato per me. Basti dire che mi hanno dato quella motivazione che non ho trovato in anni ed anni di "ricerca". Mi sono addentrata in un disperato percorso all'inizio della mia carriera universitaria, con un'idea vaga e blanda di ciò che avrei voluto essere, se non a livello formale. Credevo che i nemici fossero gli altri, quando, onestamente, ero io la prima a non sapere, la prima smarrita, la prima avversaria di me stessa.
All'inizio di quest'anno accademico, soprattutto, avevo completamente perso la rotta, tanti miti mi sono crollati, tante persone hanno tentato, con discreto successo, di "spegnermi", di farmi capire che, secondo loro, non è possibile fare un lavoro per amore del lavoro in questione. Tanti piccoli dolori hanno finito per farmi perdere, semplicemente.  La verità è che non sapevo bene neanche io che cosa aspettarmi dalla mia facoltà. Sono partita come un guerriero il primo anno, ero piena di meraviglia per qualunque lezione e questa meraviglia si è tramutata in abitudine man mano che sono passati i corsi e gli esami. Avevo perso di vista l'obiettivo ultimo, il senso, il significato di quello che stavo facendo.
"Voi cercate di curare una persona con agorafobia concentrandovi sul come farla uscire. Non tenete conto del perché deve uscire. Perché dovrebbe uscire?"
In altre parole, avevo perso la rotta ed anche la vita, rincorrendo dei puri obiettivi minimi, formali. Non mi ritrovavo più: non capivo né la ragione per la quale considerare la psicoterapia come la mia strada, né ero più certa di volerlo fare. Ero partita affascinata dalle neuroscienze e sono finita ad amare la congiunzione perfetta tra cervello e come il cervello si racconta a se stesso e agli altri.

...Ecco: il mio professore non mi ha solo spiegato, offerto ed esemplificato la magia delle parole, me l'ha fatta sentire, nel mio animo, nel mio cuore, nel mio corpo ancor prima che nella mia mente. Era ciò che in tre anni mi era mancato: realizzare nel somatico che cosa sia fare lo psicoterapeuta.
Mi ha restituito la mia dimensione di persona umana, con dei sentimenti: fare psicoterapia è stabilire una relazione vera con l'altro. La mia rabbia, la mia felicità, la mia frustrazione verso quella persona che è seduta di fronte a me... sono tutti sentimenti autentici. E' questo che ha fatto la differenza: sono prima di tutto una persona. E in quanto persona, provo qualcosa per te. E cerco di aiutarti davvero, non da alto sapiente. Non sono un medico, non nel senso convenzionale del termine: sono un alleato, sono con te. Non sono tecnico, sono un creativo con delle competenze tecniche.
Questo professore mi ha fatto scoprire la bellezza di questo mestiere, almeno a livello teorico. Ovviamente farò le mie esperienze, verrò delusa, fallirò. Ma questo va benissimo. La mia liberazione, il mio riscatto personale però consistono proprio in questo: nell'essere piena di speranza anche di fronte al viaggio in mare aperto che mi apre davanti. Sento che è giusto. Sento che sono io a guidare il timone. Se i professori di questi tre anni mi hanno dato i remi, riempiendomi di nozioni affascinanti, lui mi (anzi, CI) ha ficcato in mano la mappa e soprattutto l'amore che mi ha spinto a prendere in mano quei remi. Ero bloccata... e mi ha salvata, sbattendomi in faccia che essere spaventati è necessario, perdersi e avere dubbi altrettanto... l'importante è non abbandonare lo spirito giusto, il dubbio, la domanda, quella maieutica che ti fa cercare in te stesso, insieme agli altri, la soluzione.
Più che conoscenze teoriche, più che modelli, più che libri... mi ha dato la sua esperienza di vita e mi ha mostrato la grandezza dell'amore  di cui parlavo qualche post fa.
La passione, la luce, la forza di mettersi in discussione, di provare a crederci, anche se nella merda ci finirai in ogni caso.
Sono totalmente cambiata nelle mie ragioni. Anzi, piuttosto mi piace pensare di averle riscoperte. Ed è meraviglioso.

Sono pronta a scrivere la mia storia di vita, entrando in quelle emozionanti, dolorose, bellissime degli altri.
Spero di farcela, spero di poter fare qualcosa di buono tra i tanti errori che commetterò. Questo vale qualcosa. Vale tutto.

A domani


0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page