The importance of being a dreamer
Day #13 - Proclamazioni...inesistenti.
«venerdì 8 maggio 2015»


Inutile che inizi il post dicendo che ho poco tempo. Perché, oramai sono 12 volte che lo dico. Ahah.

Dato che oggi ho l'umore di una donna sfiancata ed esausta, vi parlerò sostanzialmente di cose random perché non ho proprio le forze di fare riflessioni profonde dato lo stato delle cose.
Ieri pomeriggio mi è arrivato un annuncio spettacolare: niente proclamazione il giorno della laurea.
Anzi, aspetta, niente giorno di laurea! In pratica, non se conoscono le ragioni, l'università ha deciso che non sarà necessario che qualche professore si alzi in piedi, ci proclami "dottori" e ci guardi in faccia per ben 5 secondi. Nono, troppo spreco di tempo: i voti verranno pubblicati online in una lista. Un po' come i risultati di un banalissimo esame.


Ora, dite quello che volete, che è un rito formale, che non è quello che conta che... sto paio di palle.

Insomma, lo sappiamo tutti che non è quel giorno a decidere del futuro, ad essere il più importante ma io ci sono rimasta di merda. totalmente. di. merda.
Perché? Eh beh, perché ci tenevo a stare con i miei amici, la mia famiglia che è a 900 km e non ha idea di che cosa sia di preciso quello che faccio, dove studio e soprattutto come hanno speso i loro soldi. Non è questione di perbenismo: abbiamo fatto dei sacrifici immensi (non sto esagerando) per arrivare a questo punto. Credetemi, la vita da fuori sede costa, ha un prezzo salato e non solo in termini puramente economici. Io sono felicissima da quando sono a Torino ma questo lo devo anche ai miei genitori. Ci tenevano davvero tanto ed io per prima avrei voluto essere guardata come un essere umano e non come un numero. La tristezza immensa che mi provoca pensarmi di fronte ad un pc a ricaricare una pagina internet per aspettare di veder comparire il mio nome e un fottuto numero è tanta. Sarà pure un "rito formale", come il cazzaro finto intellettuale di turno ha fatto notare (bravissimo, nessuno di noi ci avrebbe mai pensato oh! troppo avanti sta gente), ma per me è un giorno importante e va celebrato.


E io apprezzo tanto la mia famiglia e i miei amici che mi hanno detto "la facciamo lo stesso la festa", certo, ma è come se io indossassi un cosplay e rimanessi nella mia stanza, immaginando di essere alla fiera di un fumetto. Non sarà mai lo stesso. Senza contare che a questo punto i miei genitori non verranno più qua, non a sprecare soldi inutili e mia sorella ci è rimasta uno schifo.

Una cosa è certa: quel giorno non sarò in pigiama di fronte al pc. Mi vestirò bene, cercherò di radunare quante più persone possibili tra i miei cari e cercherò di dimenticare che sarà il computer a proclamarmi dottoressa.
L'unica cosa amaramente positiva di tutto ciò è che posso fregarmene altamente di come andranno sti ultimi due esami in croce. Voglio solo fare bene clinica e pedagogia... passarla (mi fa seriamente schifo).

...vaffanculo.

Dopo la notizia, non sono più riuscita a fare un cazzo. Se non chiamare i miei e lagnarmi da brava bimba frignona. Dopo lo sfogo, ho avuto una specie di impulso che ho soddisfatto in pieno: dovevo uscire.
Io amo camminare, lo farei tutto il giorno, per ore. Soprattutto, amo camminare per vedere posti. Per cui per me, stare chiusa in collegio (come sta capitando da settimane, tutti i giorni) è seriamente una tortura. Così ieri, dato il bellissimo caldo, il sole e la rabbia, sono andata a passeggiare. Già solo vedere la città e i miei posti preferiti mi ha fatta sentire mille e mille volte meglio: il cervello ha tirato un sospiro di sollievo dicendomi "hai visto? Non è ancora il momento di crollare". Ho camminato e scelto strade in base a dove volevano le mie gambe e penso di aver scaricato tantissima tensione.
Facendo conto che anche al mattino mi ero allenata, sono tornata poi in collegio stanca e felice.

Stamattina invece, sono evasa di nuovo. Ho fatto shopping, come potete vedere in foto. Avevo bisogno di roba pratica ed estiva. Fosse per me, starei in mutande e canottiera ma le convenzioni sociali mi impediscono di girare per il collegio in stato poco consono al contesto. Ho preso tanta roba carina a prezzi decisamente contenuti (solo il pigiama è costato 13 euro, poco male).
Ho preso i pantaloncini. So benissimo di non potermi permettere degli shorts, soprattutto ora che sono flaccida dati i kg persi nel mio periodo nero un anno fa, ma ci sto lavorando e, onestamente, avevo troppo, troppo caldo per girare ancora in leggins neri. E' stata una liberazione.
Anche perché, l'allenamento che ho iniziato mi sta facendo bene in ogni senso: scarico tantissimo, inizio a migliorare l'esecuzione degli esercizi, non ho perso la voglia e mangio ancora meglio di prima, visto che, stranamente, il senso di fame si è drasticamente ridotto. Sospetto che sia perché la fame nervosa diminuisce se scarico la rabbia sfiancandomi di addominali.
L'unico motivo di gioia di oggi è stato sentire che stavo facendo bene gli squat. Ad un certo punto del workout ho sentito bruciare esattamente le zone giuste ed è stato un momento di esaltazione pura. Per una come me, che non ha mai fatto seriamente sport, con problemi di schiena, è una soddisfazione ogni piccolo passo avanti. Soprattutto, ai geni che vengono a dirmi ogni volta "ma non potrai mai avere il fisico di tizio!". Geni incompresi anche loro: ma dai? Ero convinta di poter stravolgere la mia genetica e diventare una figona alta due metri e mezzo dalle caviglie sottili. So benissimo dove posso arrivare, so quali sono i limiti, sono abbastanza realista ma ogni giorno mi sento meglio e questo conta più del resto e mi da un motivo per continuare.
Si può sempre migliorare. Sempre.

Aggiungeteci che hanno rinnovato Grey's per una dodicesima stagione e abbiamo complicato il quadretto di disgrazie (ovviamente, per chi non lo avesse capito, sono ironica).




A domani!





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