The importance of being a dreamer
Day #17 - Challenge your self
«martedì 12 maggio 2015»



Buonasera.

Devo ringraziare ogni giorno le mie amiche che mi danno suggerimenti, consapevoli e non, da cui traggo poi gli argomenti di cui parlare nei post.
Stasera, per esempio, sotto consiglio di Vale, avrei dovuto parlare della sfida che ci siamo imposte (di cui scriverò qualche riga più sotto).  
Ho deciso di estendere l'argomento e parlare delle challenges in generale.

Non ho mai avuto un grandissimo spirito di costanza se non in pochissime cose: sono sostanzialmente una persona pigra in tutto ciò che non cattura il mio interesse almeno al 90%. Ciò equivale a dire che se qualcosa mi piace ma non mi prende totalmente probabilmente il mio impegno sarà minimo, mi annoierò subito e smetterò di prestarci attenzione. Non fraintendiamoci: sono una persona generalmente molto affidabile, a volte anche fin troppo rigida nei miei impegni e (mi) detesto quando qualcosa che devo o voglio fare non da i risultati che desidero. Quello che mi manca è lo spirito per seguire con costanza tutto ciò che per me non è un obbligo o che non rientra nelle mie pochissime passioni viscerali. Sostanzialmente, pertanto, sono precisa ma pigra.
Sto cercando di cambiare e ultimamente va meglio, a dire la verità. Mi guardo indietro e vedo che qualche risultato vagamente decente si è finalmente manifestato all'orizzonte. Ovviamente non basta e da ciò derivano le numerose "sfide" che mi sono imposta di portare a termine in quest'ultimo anno. A parte quelle molto personali e puramente mentali, che, diciamocelo, sono sempre le più difficili da realizzare perché il carattere e gli atteggiamenti sono duri a morire, ne ho in corso qualcuna molto interessante.

La prima è proprio questa del blog.
Mi è sempre piaciuto scrivere e nonostante io sia ben conscia dei miei limiti, ho sempre trovato un riparo nelle parole, un conforto che nessuno è mai stato in grado di fornirmi con la stessa intensità: ci sono modi di "autoconsolarci" stupefacenti. Trasformare i pensieri in parole per me è sempre stato uno di questi. Soffro terribilmente per il fatto di aver perso allenamento, di non aver mai dedicato il tempo necessario ad una passione importante ma, più di tutto, sento profonda frustrazione nel non riuscire mai, senza alcuna riserva, a raggiungere quel grado di soddisfazione nel leggere qualcosa di mio. Da che ricordo, non una volta sola ho pensato "benissimo, era esattamente ciò che intendevo. Mi piace".
Posso almeno dire, giustamente,  che la felicità è nel viaggio e come tale la gioia e la liberazione che sento si riversano tutte nel tempo in cui butto giù due righe e non nel rileggerle, cosa che non riesco a fare.
E' per me un blocco vero e proprio, quasi una sensazione di male allo stomaco, lo faccio poco solo se ne sento l'estremo bisogno e di solito non ne esco mai contenta (scrivere signori miei, niente doppisensi). Un esempio è il fatto che non riuscivo a rileggere i temi di italiano, se non obbligata, tanto meno le risposte ad un esame universitario adesso.
Pertanto, il fatto di scrivere in questo spazio è un'enorme soddisfazione. E' una traccia della mia presenza, è la prova che i miei neuroni hanno ancora la capacità di essere costanti quanto basta per non rendermi una persona noiosa, volubile e sterile.

La seconda sfida è quella dell'attività fisica. Alleggeriamo un po' il tono pesante, confessando che il mio stile di vita, in 19 anni è riassumibile in una parola: divaning. Anche qui, potrei dilungarmi tantissimo sui motivi ma maledico la genetica, prima di ogni cosa e poi la mia immensa ignoranza in fatto di sport, nonché il mio essere un bradipo morto. L'unico sport che mi sia piaciuto è stato la pallavolo, a 11 anni avevo iniziato, poi mi hanno strappato via la palla e le ginocchiere, mi hanno impedito di continuare per i miei problemi alla schiena e mi hanno detto che non faceva per me. A quel punto, come fantastica idea ribelle, ho deciso (il tutto inconsciamente) di non fare ginnastica correttiva, come mi era stato suggerito, perché sono idiota. A quest'ora avrei avuto una fantastica schiena dritta. Invece no, la scoliosi è una croce che mi accompagna. Credo, a posteriori, che l'avermi impedito di seguire l'unico sport che davvero mi interessava mi abbia resa ancora più pigra di quanto normalmente non fossi. Dai 12 anni, sostanzialmente, non ho fatto più nulla. Maledico sempre mia mamma per non avermi costretto a muovere il sedere in qualche modo ma, la verità, è che non ne avevo nessuna voglia.
Fortunatamente, tutto è cambiato all'università perciò anche il modo di mangiare e di muovermi. Non ho fatto sport ma sono diventata molto più attiva, mentalmente e fisicamente. Ho la forza fisica che prima sognavo solo e, anche se ad un occhio esterno non è molto, come viene detto in uno dei libri di clinica, "dovevate vedere come stavo prima".
Pertanto, ho iniziato 'sti benedetti programmi di fitness e domani siamo al 9° giorno di Shred. Nonostante il male a sto benedetto ginocchio destro, che negli ultimi giorni mi ha costretta a saltare i saltelli e gli affondi più profondi, sto riuscendo a far qualcosa tutti i giorni.
Speriamo che lo spirito della mia giovinezza non sia sparito totalmente insieme alla mia anzianità mentale. Voi pregate per me.

L'ultima sfida è quella che più mi sta a cuore e che voglio e devo riuscire a vincere (quella che io Vale ci siamo imposte) e di cui non parlerò se non a traguardo raggiunto...nel bene e nel male. Il mio spirito da nonnina scaramantica del Sud si fa risentire.
Ho bisogno di farcela o almeno di lottare ogni giorno. La mia più grande necessità è mettercela tutta perché so che se non mi impegnerò al massimo lo rimpiangerò per sempre.
In sostanza, se tutto andrà bene ed anche nel peggiore dei casi, ne parlerò quando tutto sarà finito.

Queste sono i grandi impegni che ho preso con me stessa, obiettivi che hanno un enorme significato. Forza e coraggio!

A domani


3 Commenti:

Blogger Unknown ha detto...

Scrivi, ti prego. Due righe sole, almeno, anche se l’animo è sconvolto e i nervi non tengono più. Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà salvare. (Forse).
Dino Buzzati
L'ho letto e ti ho pensato...io aspetto sempre il romanzo che scriverai sulle nostre vite, non vedo l'ora, perché IO adoro leggere le cose che tu scrivi !
so keep writing, bitch!

17 maggio 2015 alle ore 11:39

 
Blogger Unknown ha detto...

Scrivi, ti prego. Due righe sole, almeno, anche se l’animo è sconvolto e i nervi non tengono più. Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi. Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà salvare. (Forse).
Dino Buzzati
L'ho letto e ti ho pensato...io aspetto sempre il romanzo che scriverai sulle nostre vite, non vedo l'ora, perché IO adoro leggere le cose che tu scrivi !
so keep writing, bitch!

17 maggio 2015 alle ore 11:42

 
Blogger Sunriseasa ha detto...

<3 che parole bellissime. Grazie Annu, ti voglio bene e ti prometto che un giorno scriverò di tutte noi ahahahah

17 maggio 2015 alle ore 15:08

 

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